P.D. ATHANAS
Le intenzioni nascoste di Paul Athanas
“Honor your mistake as a hidden intention”
Brian Eno

Parigi, Grand Palais – fotografia di P.D. Athanas, dal libro “Hidden intentions”, edito dal Rotarian Gourmet
Hidden intentions è il titolo dell’esposizione fotografica di P.D. Athanas, prodotta da Rotarian Art&Gourmet, che è stata inaugurata alla Galleria Evolution di Roma, il 24 ottobre 2016 e resterà in mostra fino al 7 novembre orario 11-19
Il Rotarian Art&Gourmet, intende così inaugurare la propria attività di promotore e creatore di eventi artistici e culturali, con un eccezionale autore.

Un momento dell’esposizione
Estratto dal catalogo della mostra, testo di Barbara Martusciello:
Paul Athanas, espone per la prima volta a Roma, città dove ha scelto di fissare, tra le mete dei suoi tanti viaggi, una sua residenza
In generale, che si tratti dell’Italia, della Francia, del Messico, degli Stati Uniti o di altri luoghi tappe dei suoi spostamenti e dei suoi momenti di vita, ogni foto ferma la quotidianità, quasi sempre metropolitana, rintracciandone la sua peculiare bellezza.

Dal libro “Hidden intentions” di P.D. Athanas, edito dal Rotarian Gourmet

Fotografia di Paul Athanas dal libro “Hidden intentions”, edito dal Rotarian Gourmet
Paul ha iniziato a fotografare sin da bambino e racconta che la madre se ne preoccupava un po’, notando quanti rullini quel suo ragazzino riusciva ad usare: “sprecare”, credevano in molti; in quei tempi dell’analogico, ogni scatto era definitivo, meno prontamente manipolabile di oggi, ed essenzialmente manualmente, e stampare era più laborioso e costoso. Il giovane Paul fotografava tutto: strade, palazzi, e persone che nemmeno conosceva; questo provocava nella madre perplessità e stupore. A quale fine immortalare realtà casuali, uomini e donne per lui anonimi, che lo sfioravano appena? A molti sfuggiva il senso di questa abitudine apparentemente onnivora e predatoria: che del tutto casuale non era; infatti, i provini dimostravano che solo una minima parte di quella mole di dati si trasformava in riproduzione cartacea finita, segno di una preferenza più mirata a seguire una propria grammatica interiore. Questa è via via evoluta e quella voracità della vista si è fatta mirata e PD Athanas ha smesso di “sperperare pellicola”: anche grazie all’avvento del digitale. Di quelle prime prove è restata costante anche una sua regola aurea: la fotografia deve essere catturata direttamente ed esclusivamente nella fotocamera – di qualsiasi tipo, anche un iPhone –, senza passaggi successivi, ritaglio o Photoshop. Così, la porzione di realtà da lui fermata sarà più autentica e il suo sguardo pulito.

New York City 2016 – Fotografia di Paul Athanas dal libro “Hidden intentions”, edito dal Rotarian Gourmet
Le immagini che si palesano sono dominante da riflessioni, rispecchiamenti, riverberi e caratterizzati dalla presenza di finestre, vetrine, schermi, componenti architettoniche o elementi urbani geometrici che l’inquadratura rende fondamentali della composizione visiva. I soggetti vi si inquadrano dentro e danno corpo a un rapporto tra interno ed esterno, originale e speculare, uno e il suo doppio… Tale particolarità attua a una sorta di misteriosa narrazione, indirettamente esaltando un pensiero laterale evidenziato anche nel titolo della mostra: Hidden Intentions (Intenzioni nascoste). E’, questa, un richiamo a Oblique Strategies (sottotitolo: Over One Hundred Worthwhile Dilemmas), un’opera-congegno di Brian Eno e Peter Schmidt volta a facilitare negli artisti (in particolare i musicisti), la rimozione di ogni blocco creativo per una liberazione espressiva e della propria singolarità. Superfici riflettenti in cui il soggetto immortalato raddoppia, o si fa evanescente, si sovrappone ad altri elementi della scena, o aperture da cui si intravedono figure, e, ancora, panoramiche di sguincio, che sono caratteristiche delle fotografie di PD Athanas e che potrebbero apparire come un disturbo per la purezza fotografica, per la nettezza del punto di vista, si palesano, invece, caratteristica distintiva dell’autore e dispositivo che rivela “un’intenzione nascosta”, secondo la strada suggerita da Eno e Schmidt nel 1975 (“Honor your mistake as a hidden intention” ).

Paul Athanas e il presidente del Rotarian Gourmet Ciriaco Acampa
Infatti, se la modalità sequenziale non necessariamente porta a risultati rilevanti – come l’esperienza insegna – è pertanto necessaria una variazione di posizione, di punto di osservazione sulla realtà che incornici inesplorate angolazioni: qualcosa che Paul sa fare benissimo e ci fa vedere in questa sua mostra italiana.

Ospiti del vernissage
De resto, sembra leggersi, quasi come un sotto-testo di questa personale, che la verità non la conosciamo che di riverbero, un po’ come intendeva Franz Kafka (in Quaderni in ottavo – III quaderno –, 1914-1917, editi postumi): “L’unica capace di giudicare è la parte in causa, ma essa, come tale, non può giudicare. Perciò nel mondo non esiste la vera possibilità di giudizio, ma solo un riflesso”.

Paul Athanas mentre riprende con il telefono la sua esposizione da Camponeschi a piazza Farnese
PD Athanas porta proprio questo nel suo immenso lavoro fotografico: una relatività, che è, poi, anche dialettica, che – come nell’impianto di Eno e Schmidt – è libera e libera a sua volta, totalmente; e lascia entrare tanti possibili significati che si possono intuire in quelle sue panoramiche; e apre a una poetica del quotidiano nella quale ognuno di noi può rispecchiarsi e (ri)scoprire la bellezza e la capacità di empatia. Reflective Frames fa questo piccolo, grande miracolo. Che è poi quello dell’Arte.

Camponeschi, Piazza Farnese, Roma – Il prosieguo della mostra di Paul Athanas organizzata dal Rotarian Gourmet
Un secondo vernissage si è svolto giovedì 28 preso il wine bar Camponeschi di piazza Farnese, dove le opere resteranno esposte per quindici giorni.

Fotografia di Paul Athanas – Roma, 2007

Paul and Jane – Camponeschi wine bar, Rome
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